Quel che resta – 2009

Marmo di Carrara

90x50x20 cm         dimensioni ambientali

 

Nella mostra Quel che resta Davide Orlandi Dormino presenta al pubblico due installazioni scultoree appositamente create per l’evento ricostituendo l’ambivalenza della pagina bianca in relazione all’esperienza umana attraverso una vera e propria camera della memoria. Mediante un gesto che espande la percezione visiva l’artista ricopre il suolo dello spazio espositivo posto al livello superiore di fogli marmorei che si stagliano attoniti ed onniscenti come monumenti simbolo del simbolo stesso. Storie avvolte da una dissolvenza in bianco dove si odono i passi di una città immaginaria, l’eco di voci che sfumano nel silenzio, lo scorrere fluido ed intenso dell’inchiostro in mille parole mai scritte.

Nello spazio espositivo posto al livello inferiore, Davide Orlandi Dormino immerge le sue pagine in una vasca di ferro colma di liquido che le preserva e le rende inavvicinabili al tempo stesso. Una sorta di amnio che racchiude i sogni, gli enigmi ed i giorni ancora da vivere, una finestra aperta sull’ignoto in cui il bianco dei pensieri naviga ininterrottamente e senza approdo. Come all’interno di un processo di sviluppo fotografico i fogli attendono in un margine di tempo labile, impercettibilmente mosso, un attimo prima che l’immagine si formi. L’immagine dello spettatore, il suo immaginario deve fissarsi sulle pagine bianche, questa è la volontà dell’artista che lascia libero arbitrio emozionale a chi si pone innanzi alle sue opere.

Davide Orlandi Dormino con le sue installazioni si interroga sulla fisicità della materia reale e sull’importanza del tempo, cambiando la leggera massa della cellulosa con la fermezza del marmo, quasi a voler sottolineare l’importanza della stabilità di una pagina bianca simulacro della memoria che altrimenti volerebbe via leggera, trascinata dal vento.